Grazie Capitano e grazie campioni!!!








Il capitano ha segnato come mai in passato, rimpinguando il suo record di gol in bianconero. Reti segnate dalla stagione 1993-94, emblema di un campione che cade e si rialza, e che c'è sempre
MILANO, 19 maggio 2007 - Ha dato l'esempio. Da capitano, simbolo. Da campione del mondo. Alessandro Del Piero è stato il trascinatore della Juventus nella rincorsa alla serie A. Fin da agosto, dai gol realizzati in coppa Italia contro Cesena e Napoli. Poi non si è più fermato. Ed ha segnato come solo nella stagione 1997-98, quando ne mise dentro 21. Allora si discuteva su chi fosse il miglior giocatore del mondo tra lui e Ronaldo. Da allora è successo di tutto. Alla Juve. Che ha vinto tanto sul campo e perso tanto a tavolino. A lui. Tra infortuni pesanti, critiche feroci, panchine spietate, tanti trofei alzati al cielo, compreso quello di Berlino. Una cosa non è cambiata: la maglia indossata. Bianconera.
IL GIOCATORE - Del Piero è il capocannoniere della serie B. Ha segnato 20 gol. In 33 presenze. Numeri record, che significano due cose: che Ale a 32 anni è un giocatore integro, capace di scendere in campo con continuità, pure in un torneo interminabile come la serie B, che talvolta obbliga a giocare ogni tre-quattro giorni; che il numero 10 bianconero in questa stagione ha "visto" la porta come mai in passato, se si considerano anche i 3 gol in due gare di coppa Italia. Ale è cambiato: non è più, se non in occasioni sporadiche (vedi Mondiale) l'attaccante a tutto campo, prototipo della punta moderna, capace di fare il centrocampista di fascia (di solito sinistra) e anche il centravanti. Adesso è, come sempre, più che mai, una seconda punta. Meno dinamico, l'età passa anche per i campioni, ancor più implacabile sottoporta. E non ha perso il vizietto tipico dei giocatori di grande qualità: segna quando conta di più. Come dimostrano i gol al Napoli (andata e ritorno), quelli al Bologna e la doppietta della partita promozione di Arezzo. In totale ne ha segnati 217 per la Juventus: record del club. Nell'epoca dei giocatori usa e getta, delle bandiere ammainate, lui rappresenta l'eccezione. Straordinaria come il giocatore.
L'UOMO - Del Piero è stato il leader del gruppo bianconero. Il riferimento. È alla Juventus dal 1993, da quando era il Bocia, appellativo originario prima dei vari Godot e Pinturicchio. Il ragazzino che segnava il gol del 3-2 alla Fiorentina nel dicembre 1994 con una volée da mille e una notte è adesso uomo maturo. Capace di segnare ancora gol da fantascienza, ma anche di dare l'esempio ai Palladino e Giovinco, come Vialli faceva con lui quando era ragazzino di belle speranze. La sua vita sportiva è stata un'altalena continua, e non lo diresti guardando la sua carriera, il suo albo d'oro. È un fenomeno, eppure un comune mortale. È caduto tante volte, dall'infortunio del 1998, con i tanti detrattori che lo davano per finito, ai gol sbagliati nella finale dell'Europeo del 2000 con la Francia, dagli infiniti ballottaggi in Nazionale, con Baggio, Totti, persino Cassano, dalle accuse di Zeman alle tante panchine di Capello. Del Piero si è sempre rialzato. A testa alta. Con quella linguaccia impertinente fatta alle avversità dopo i gol. Intelligente, mai banale, eppoi sempre presente. In azzurro come in bianconero. D'acciaio. Capace di resistere alle tempeste più devastanti. La coperta di Linus cui i tifosi si sono aggrappati quando le cose non andavano, quando tutto girava storto. Per loro è un grappolo di ricordi vissuti allo stadio o davanti alla tivvù, è, come cantano allo stadio, "la cosa più bella che c'è". Perché è un ragazzo normale, uno di loro, uno di noi, solo che gioca a pallone come un ragazzo speciale, da 15 anni come nessun altro. E sempre e solo per la Juventus.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Siamo in A!!! Tremate squadre la Juve è ritornata!!!!

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